Gli (at)tacchi della seduzione – MANGIARE E’ COME GODERE
N.B. ogni riferimento a cose, luoghi e persone NON è del tutto casuale...
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Sono stata da lui ieri sera per una cena…ma una cena molto particolare, di quelle in cui si è invitati ma lo chef non è il padrone di casa bensì l’ospite… sì, sono stata io a destreggiarmi ai fornelli a casa del mio Slave…e ditemi…cosa vi è di più bello al mondo quando si associa il cibo al sesso ? del resto fare l’amore con sapore non passa anche attraverso un godimento di gola?...per me e Carlo il sesso preceduto anche dal buon cibo è inevitabile come il secondo piatto dopo il primo…come il sorbetto dopo il pesce…come la frutta dopo il dolce…come l’amaro ed il caffè dopo mangiato.
Mi ha riservato sul letto un grembiulino di tutto rispetto…fondo nero con salopette in stampa multicolor, comprato all’Ikea, più che striminzito, e per questo adattissimo al mio corpo nudo, non burroso ma proporzionato…piccolino ma slanciato dal paio di scarpine col tacco vertiginoso.
Ha apprezzato molto quando sono rientrata in cucina così nudamente bardata e compiaciuto mi ha fatto rigirare su me stessa, gustando la vista del mio bel sederino tondo e morbido, intanto che l’acquolina si affacciava alle sue labbra, prima ancora che alla vista del cibo, quando ha ammirato gli altissimi tacchi neri sul loro plateau proporzionato.
Ho proceduto alla preparazione delle poche, ma gustose pietanze tenendolo costantemente sotto di me…disteso per terra, sul tappeto che corre lungo il mobile della cucina… ed al momento di saggiare la pasta, se giusta in cottura, gli ho chiesto di provarla e dopo averla un pò masticata nella mia bocca glie l’ho servita in un piattino posandolo nell’angolo vicino al frigo, dove lui è corso a 4 zampe felice di dar parere…
Allo stesso identico modo ho “instillato” il vinello appena aperto…facendoglielo assaggiare goccia a goccia, dalla mia bocca alla sua, che ingoiava come un assettato alla fonte…ed era straordinariamente bizzarro come tutte le gestualità trovassero armoniosa coerenza fra il mio chiassoso fare ed il suo muto accettare…
Solo quando lasciandolo, scendendo dal suo corpo per cercar qualcosa in frigo e riprendendolo ritornavo al banco lavoro… Carlo, per effetto del perpetuo scendere e risalire, lanciava sbuffi di lamenti e gemiti e cercava, con evidente difficoltà, di ritrovar fiato per rispondere alle mie domande… fatte di tante e del tutto insignificanti parole, tutte messe assieme in un roboante parlare solo ed esclusivamente con lo scopo di dar corpo alla conversazione ed al tempo che passava.
Appena terminata la preparazione… ci siamo accomodati allo snake, uno di fronte all’altro dove l’assaggio iniziale del vermentino è stato motivo di grande euforia per me, mentre le manovre del mio piedino, piantato in mezzo alle sue gambe, motivo sedante per i suoi diffusi dolorini…
E’ iniziata in questo modo una cena molto simpatica ed appagante, dove l’entusiasmo del mio Slave mi ha trasmesso così tanta gioia che rinnovava così, ad ogni sua battuta goliardica, il “mio” interesse verso il suo desiderato corpo ! O forse no...semmai tutto quell’argomentare lascivo e licenzioso, ma mai volgare, corroborava il “suo” di interesse ogni volta che i piedini, nei loro sinuosi movimenti, coglievano a pieno l’essenza del desiderio!
Ritengo alla fine che il puro piacere derivasse semplicemente dal guardarci e fosse del tutto vicendevole, perchè mentre io l’ho osservato tutto il tempo, nascostamente estasiata alla vista della sua bella e carnosa bocca, che si muoveva nel masticare in modo signorile e sensuale, lui, dal canto suo, saettava gli occhi fra il mio culo a tutta vista e le scarpine ogni volta che, apposta, mi alzavo per prendere qualcosa da servire in tavola… non a caso un lussurioso senso di aspettativa aleggiava intorno ai nostri corpi come a volerci indurre, a più riprese, verso un finale che volutamente tardavamo ad accogliere.
Giunti a fine cena, ho rimesso tutto nella lavastoviglie solo dopo che lui ha ripreso il ruolo di perfetto zerbino, e l’ha fatto eroicamente fino allo stremo se io, salendo su di lui in precario equilibrio, ho cercato solo ed esclusivamente di non far danni al vasellame… ma l’ho graziato di lì a poco, quando ci siamo accomodati sul divano…
E’ terminata così la sua punizione per far posto al privilegio…comodamente disteso con i miei piedini in bocca… nell’attesa dell’amplesso dei corpi, come s’addice ad uno Schiavo… fra un bacio ed un leccare !
