| | OFFLINE | | Post: 1.435 | Registrato il: 06/06/2012 | Città: SAN MANGO SUL CALORE | Età: 66 | Sesso: Maschile | | SENATOR MEMBER | |
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Il mattino dopo mi risvegliai come se avessi dormito per mille anni: tranquillo e riposato. Ero felice che quell’incontro con Anna, fosse andato nel modo voluto, finalmente una Donna che voleva mettersi alla prova e tentare la strada della dominazione, su di me. Pensavo solo a lei ed a tutto quello che era successo la sera prima, se lei voleva potevamo tentare una vita insieme, l’avrei servita ed adorata come meritava e come piaceva a me, avrei posto il mio corpo su un piatto d’argento e glielo avrei offerto come dono, per tutto quello che era per me, affinché lei potesse farne quello che più desiderava, quello che più le piaceva… Feci una buona doccia tiepida, una abbondante colazione ed ero pronto per tornare al mio lavoro quando mi arrivò un sms…era lei… andai a leggerlo subito “Grazie per la serata, è stato tutto bellissimo, inimmaginabile ma irripetibile … non cercarmi più” . Il cuore mi cascò nei calzini, sentii un grosso dolore allo stomaco e mi venne voglia di vomitare. Perché mai? Cosa è successo stanotte? Lei era andata via felice e contenta, ma poi perché non vuole più rivedermi? Tentai più volte di richiamarla, ma il cellulare era spento. Mi veniva da piangere. Le mandai un sms “Ti prego, devo parlarti … appena puoi chiamami, ti scongiuro, amore, non posso stare senza di te … Ti amo”. Con la pena nel cuore, stancamente mi avviai al mio lavoro. Dopo qualche ora lei mi rispose “Se veramente mi ami, non cercarmi più, un giorno o l’altro ti chiarirò tutto”. Provai anche a richiamarla, ma l’esito fu sempre lo stesso, il cellulare lo aveva spento. Trascorsi tutta la settimana nel tormento. Ormai mi ero convinto di averla persa per sempre, ma un venerdì sera, mentre cenavo da solo, sentii lo squillo del citofono, risposi … ERA LEI!!! “Ciao Marco, posso salire un attimo?” chiese lei, “Certamente, vieni…” risposi io cercando di contenere la gioia. Appena uscì dall’ascensore io quasi le saltai addosso “Amore mio – le dicevo mentre la stringevo a me – grazie per essere tornata da me, te ne sarò riconoscente per tutta la vita…”, e lei “Aspetta Marco, dobbiamo parlare un attimo, per questo sono qui”. Era vestita con un jeans stretto ed una maglietta a mezze maniche, abbastanza corta, ai piedi aveva dei sandali con la zeppa alta di sughero, che lasciavano vedere tutta la bellezza del piede e delle dita che, a differenza delle altre volte, non erano laccate, come quelle delle mani (che erano ancora più belle). I capelli erano raccolti indietro e non si era truccata, segno che anche lei stava male per il distacco… ma la sua bellezza rimaneva sempre mozzafiato. In quei pochi attimi, finché non si sedette sul divano, provai sensazioni forti ed indescrivibili, mi sarei buttato ai suoi piedi per poterglieli baciare come avevo fatto al nostro incontro precedente, ma quando lei iniziò a parlare mi gelò: “Marco, ascoltami, io so che tu mi ami e non ti nascondo che anche io sono innamorata di te. Il tuo modo di essere mi ha molto colpita, so che la vita con te sarebbe per me qualcosa di indescrivibile e che tu faresti del tutto per farmi stare bene, lo so, ma io ho dei problemi familiari che mi trascinano lontano da una vita con te…” mentre parlava gli occhi erano lucenti, si vedeva che era emozionata. Allora io le chiesi “Tesoro mio, ti prego, dimmi qual è il tuo problema? Io son qui anche per risolverlo” e lei “Non puoi risolvere proprio nulla, Marco. Ascoltami, io sono figlia unica ed ho perso mio padre due anni fa, purtroppo in un incidente aereo, mio padre era un pilota civile e, per salvare tante altre persone, ha sacrificato la sua vita. Siamo rimaste sole io e … mia madre che è ancora giovane ed innamorata pazza del mio povero papà”. La cosa era molto seria, stavo capendo che lei non poteva scegliere di stare con me in quanto aveva addosso il peso della responsabilità di sua madre che, più volte, aveva tentato il suicidio dopo la perdita del marito. Caspita, che storia triste, pensavo tra me e me. Lei continuò “capisci? Io non posso lasciarla sola per tanto tempo, che cosa potrei dare a te? Ho già poco tempo per fare giusto le mie cose, come potrei portare avanti un rapporto con te?”. Ed io “Amore mio, ma io ho bisogno di te… non posso più stare senza te, ti prego, troviamo una soluzione, sono disposto a tutto…” Nel frattempo mi inginocchiai davanti a lei e poggiai la mia testa sulle sue ginocchia. Lei prese ad accarezzarmi il capo, con dolcezza e disse “ Beh, se a te non dà fastidio la presenza di mia madre, potremmo anche tentare di stare insieme, sai, è molto depressa e non posso lasciarla per tanto tempo da sola, specialmente negli ultimi tempi che ha ripreso a bere…”. Io alzai il capo e la guardai fissa negli occhi, sapevo bene che con una risposta negativa l’avrei persa irrimediabilmente per sempre, dissi “Amore, perché dovrebbe darmi fastidio tua mamma? L’importante è stare insieme a te, verrei con te anche all’inferno… “. Lei mi abbracciò fortemente e mi baciò con passione. Il bacio (con lingua) richiamò, inevitabilmente, produzione di testosterone e tutto il mio apparato sessuale si mise in moto, avevo dei pantaloncini corti e l’erezione si vide subito tant’è che lei iniziò a ridere, immediatamente mi tirò giù i pantaloncini e lo slip e si impossessò con una mano del pene e con l’altra dei testicoli. Mentre mi tocca lei era seduta ed io ancora in ginocchio, mi disse “Devi stare sempre nudo davanti a me, che credi? “ e rideva divertita. Io seguii a lettera il suo ordine, mi denudai completamente e tornai davanti a lei inginocchiandomi, lei si alzò, mi venne dietro , si inginocchiò alle mie spalle, portò le mie mani dietro e le legò con un foular che aveva nella borsetta e poi, sempre da dietro, prese a masturbarmi don molta dolcezza mentre all’orecchio mi diceva “Sai, mi piace gestirti, voglio che insieme impariamo, sempre di più, a seguire i nostri ruoli, io sarò la tua Signora, che ordina, che deve essere servita, e tu il mio servo che deve eseguire gli ordini, non è vero?” ed io, con gli occhi chiusi e sull’orlo dell’orgasmo “S… s… si, mia Signora”, stavo per arrivare all’orgasmo quando lei si fermò di scatto lasciandomi praticamente bloccato, disse “Aspetta, voglio dirti una cosa importante: mia madre non sta molto bene, tu non la devi mai contrariare, sarebbe la fine per lei, la devi accontentare su tutto altrimenti mi perderai per sempre, me lo prometti?”. “Si, Signora… - fu la mia risposta immediata, ma continuai – se tu vuoi io avrò due Signore da venerare e non una sola, va bene così?”. E lei “Ok, allora ci siamo capiti, ora rivestiti che voglio portarti a casa a farti conoscere mia mamma, dai”. “Ma mi lasci così, mia Signora non vuoi che io raggiunga l’orgasmo? Mi fanno male i testicoli” dissi io allarmato, e lei divertita, come sempre, “No, ora non devi godere, tra l’altro mi hai detto che sarò io a decidere sulla tua vita, no? Allora va bene così, un po’ di dolore ai testicoli ti farà bene, sai, in questo modo ti sento più mio, mi piace questo potere che ho sul tuo corpo. D’ora in poi sarò io a decidere quando e come fare l’amore” e mentre lo diceva mi stringeva i testicoli nella mano facendomi sentire tutto il suo potere femminile. |